Il porfido è una particolare roccia granitica eruttiva di origine vulcanica, caratterizzata visivamente dalla presenza di cristalli di dimensioni maggiori (solitamente di quarzo e in percentuali minori anche di miche e feldspati) immersi in una pasta di base costituita da cristalli molto piccoli o di tipo vetroso amorfo, con tonalità che variano dal bruno-rossastro al grigio-verde chiaro. Nel nostro paese il luogo d’estrazione e lavorazione del porfido per eccellenza è il Trentino , ma ne esistono anche dei giacimenti in provincia di Varese, caratteristici perché il porfido che vi si estrae ha una tipica colorazione rossa ed altri in provincia di Brescia, dove si trova la varietà più pregiata di porfido ornamentale quello viola.
Solitamente il porfido viene utilizzato per le pavimentazioni esterne, infatti il classico pavè che riveste molte strade cittadine soprattutto all’interno dei centri storici è costituito da cubetti di porfido cementati; sebbene il fascino dei “sampietrini” o dei “bolognini” (a seconda di quale sia la città a noi più familiare) sia indiscutibile, questo tipo di pavimentazione, benchè sia estremamente più longeva del moderno asfalto, è oggi ormai in disuso per le strade carrabili perché meno confortevole per il transito dei veicoli e più pericolosa per la circolazione viaria rispetto all’asfalto.
È invece ancora uno dei materiali in assoluto più utilizzati per la pavimentazione esterna di spazi pubblici pedonali e viene impiegato in tutte le sue diverse forme: dai cubetti, alle lastre, ai ciottoli, ai binderi. Inoltre il porfido permette di realizzare, soprattutto per quanto concerne i rivestimenti a cubetti, svariate ed originali geometrie e disegni attraeverso l’impiego di differenti modalità di posa come quella “ad archi contrastanti”, “a cerchi concentrici”, “a file parallele” o “ortogonali”, “a coda di pavone”, “ad opus incertum”, ecc…. Il buon risultato estetico dipenderà sostanzialmente dalla fantasia e dall’abilità del progettista, che potrà anche decidere di accostare al porfido altri materiali, nonché dalla maestria dei posatori.
Il porfido è utilizzatissimo per realizzare scale e gradinate esterne sia nell’edilizia pubblica che in quella residenziale, mentre è meno utilizzato per scale ed ambienti interni per i quali solitamente si opta per altri tipi di pietre come il marmo o il granito. Per quanto concerne le scale esterne la finitura superficiale più adoperata è quella a spacco, ruvida o fiammata, in modo tale che il materiale conservi le sue intrinseche proprietà di ruvidezza che lo rendono antiscivolo, mentre per le scale interne solitamente si propende per la lucidatura, trattamento che rende il porfido (così come tutte le altre pietre lucidate) più scivoloso ma sicuramente più elegante e raffinato.
Le modalità di realizzazione di una scala in porfido sono essenzialmente due: è possibile utilizzare il porfido come rivestimento oppure impiegare grandi blocchi squadrati che costituiscono ciascuno un gradino (o accostare più blocchi, a seconda della larghezza della scala in questione). È poi possibile una terza variante, adatta per ambienti molto più moderni ed anche per interni, che viene impiegata per scale a giorno dove ciascun gradino è costituito da una lastra monolitica di porfido poggiata su una struttura solitamente metallica.
Le caratteristiche tecnologiche del porfido sono superiori persino a quelle dei graniti veri e propri: ha elevatissima resistenza alla compressione, all’usura, al gelo, alla salsedine e a tutti gli agenti atmosferici, è antistrucciolevole e prtaticamente non necessita di alcuna manutenzione (soprattutto la lavorazione naturale a spacco). Proprio queste sue proprietà ne fanno un materiale insostituibile ed adatto a tutte le latitudini, che al fascino rustico e naturale della pietra unisce una longevità senza eguali.
Sara Raggi