In generale l’utilizzo di pietre per pavimentare la cucina non è consigliato, innanzitutto perché si tratta di materiali piuttosto costosi, che oltretutto, sebbene abbiano un’ottima resistenza meccanica, sono molto soggetti al rischio di potersi macchiare, banalmente anche solo a contatto con del caffè, del limone, dell’aceto o del vino e poi perché la loro cura, pulizia e manutenzione è decisamente più impegnativa di quanto non lo sia quella di altre tipologie di pavimenti.
Anche esteticamente l’utilizzo della pietra è piuttosto impegnativo e in genere viene riservato ad ambientazioni decisamente eleganti, lussuose e raffinate; si tratta di finiture che sovente vengono additate come eccessivamente fredde ed austere.
Qualora comunque per motivi estetici si decida di optare per la posa della pietra in cucina questa andrà sottoposta ad efficaci ed adeguati trattamenti impermeabilizzanti eseguiti a regola d’arte, esattamente come avviene per i top, che frequentemente vengono realizzati in marmo o in granito. In effetti comunque nelle abitazioni più vecchie non è così inusuale trovare un pavimento in pietra o anche le cosiddette marmette, tanto in voga negli anni ’50 - ’60 del secolo scorso.